Welfare

Welfare

Che cos’è il Welfare e perché adottarlo in azienda

Il Lavoro e la Felicità

Come Consulente Del Lavoro nel mio quotidiano esercizio della professione sono mossa da un grande desiderio: contribuire per la mia piccola parte a migliorare un po’ il mondo in cui vivo.

Credo che sia possibile attraverso strumenti di gestione delle risorse umane realizzare progetti di Welfare, cioè progetti di organizzazione del lavoro, che rendano l’azienda, piccola o grande che sia, un luogo in cui lavorare è bello, in cui al lavoro si stia bene.

Primo Levi nel libro “La Chiave a Stella” scriveva: “l’amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra”.

Ora, perché si possa amare il proprio lavoro è necessario dare un senso a ciò che si fa, dare un senso ai luoghi in cui si lavora, dare dignità al lavoro dei dipendenti di un’azienda, fare in modo che il lavoro sia pagato il giusto.

Fino qualche tempo fa a questi argomenti molti imprenditori non erano interessati, non credevano che stare bene al lavoro fosse un valore anche da un punto di vista economico.

Oggi però sappiamo che non è così.

L’indagine annuale svolta da Generali Italia e pubblicata nel Welfare Index Pmi 2020 rileva che:

“il welfare aziendale fa crescere l’impresa in termini di produttività e occupazione: il nuovo modello di analisi dell’impatto delle azioni di welfare sui bilanci di 3 mila PMI attesta che negli ultimi due anni le imprese più attive nel welfare registrano il maggiore aumento di produttività (+6% vs media +2,1%) e di occupazione (+11,5% vs media +7,5%).”

Perché attuare un Progetto di Welfare?

Il Welfare è una strategia che consente di rendere i dipendenti dell’azienda una squadra composta da individui che conoscendo gli obiettivi del lavoro che svolgono si sentono parte di un progetto.

Questo senso di appartenenza nasce dalla condivisione di esperienze, dal riconoscimento economico dell’impegno di ciascuno, dall’impegno delle aziende di mettere in campo energie e risorse per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro.

Chi lavora stando bene ha una produttività maggiore, fornisce lavoro di maggiore qualità, si ammala di meno, è propenso a non cambiare lavoro.

Come attuare un Progetto di Welfare?

Gli strumenti di Welfare fanno parte del nostro ordinamento giuridico da molti anni e le grandi aziende vi ricorrono da molto tempo.

Il Welfare trova la sua fonte normativa nell’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi e nella legge 208/2015.

Il Tuir all’art. 51 agevola i beni e i servizi erogati alla generalità o categorie di dipendenti con finalità di assistenza sanitaria, educazione, ricreazione.

La legge 208/2015 ha introdotto anche il welfare di produttività, consentendo di convertire in beni o servizi il premio di produttività al raggiungimento da parte dell’azienda di target di efficienza, produttività, redditività, innovazione o qualità, definiti con accordo collettivo.

La normativa sin dal 2015 ha favorito lo sviluppo di piani di welfare aziendali finanziati sia con risorse aggiuntive del datore di lavoro sia con il premio di produttività e istituiti con regolamenti aziendali, accordi collettivi aziendali o accordi territoriali.

Non esiste tuttavia un protocollo da applicare indistintamente a tutte le realtà aziendali, ma una serie di strumenti flessibili con i quali costruire un metodo che muove dalle esigenze di ciascuna realtà imprenditoriale.

In un progetto Welfare io credo che la centralità sia delle persone e del territorio nel quale vivono. Sono persone e territorio a creare il progetto specifico

Si parte quindi dall’ascolto delle esigenze delle persone (imprenditore e dipendenti), dall’analisi delle potenzialità del territorio da valorizzare per la comunità, per poi redigere un piano ed un regolamento (l’impegno delle persone), ricorrendo a tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per agevolare le aziende ed i dipendenti.

Quando attuare un Progetto di Welfare? Quali le dimensioni ideali di un’azienda che attui Progetti Welfare?

Non esiste un requisito temporale o dimensionale raccomandabile per avviare un progetto di Welfare.

Quello che mi capita spesso di sperimentare è che molti imprenditori già mettono in campo azioni di welfare come per esempio premi annuali o benefit di vario genere, ma non riconducendole ad un progetto di Welfare non usufruiscono di una serie di benefici connessi.

Innanzitutto i premi erogati ai dipendenti in un progetto di Welfare e rientranti nei beni elencati nel succitato art.51 del Tuir sono interamente deducibili dell’azienda ed esenti da imposizione fiscale e contributiva sia per l’azienda che per il dipendente.

Il Welfare è un metodo per azzerare il cuneo fiscale.

100 euro di premio lordo in busta paga equivalgono a circa 160 euro di costo per l’azienda e a 60 euro di netto in busta paga al dipendente.

100 euro di Premio Welfare equivalgono a 100 euro di costo per l’azienda e a 100 euro di potere di acquisto per il dipendente.

In secondo luogo collocare un premio o un riconoscimento all’interno di un più ampio progetto aumenta il valore intrinseco del premio erogato: ne emerge il significato profondo del riconoscimento dell’impegno che il quotidiano diligente agire di un dipendente porta all’intera organizzazione aziendale.

Quindi se mi si chiede quando progettare un Regolamento Welfare io rispondo: ieri!

Se la domanda poi mi viene posta da un imprenditore che sta avviando un nuovo progetto rispondo che la ricerca del primo collaboratore è il momento ideale per elaborare un regolamento da condividere, per iniziare da subito a costruire un’azienda che sia un luogo in cui vivere e crescere umanamente e professionalmente.

Vuoi avviare un Progetto di Welfare?

Inserire in Azienda un progetto di Welfare significa costruire a misura di azienda, persone e territorio una struttura che consenta di armonizzare tempi di vita e tempi di lavoro, riconoscere e premiare i dipendenti in base ai risultati, escludere i premi erogati dal “cuneo Fiscale” ( distanza tra costo del lavoro e netto erogato ai dipendenti), fidelizzare i propri collaboratori, creare una positiva circolarità sul territorio,  aumentare la produttività dei dipendenti e la competitività delle aziende.

Avviare un’analisi delle esigenze aziendali, dei bisogni dei dipendenti e delle risorse del territorio è un primo passo che già di per sé porta ad una nuova consapevolezza ogni azienda.

Consapevolezza che corrisponde sempre a crescita e consolidamento.

Altri articoli

La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.

C. G. Jung